Lo storico organo "Francesco Bossi" (1797)
della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Roncole Verdi di Busseto:
suonato da Giuseppe Verdi bambino!
(fotografia © by Giani Casa d'Organi)
Nel 1797 ne venne commissionato uno nuovo all'organaro Francesco Bossi da Bergamo. Su questo strumento studiò Giuseppe Verdi bambino, che alle Roncole nacque nel 1813.
Dato che non suonava più da anni, nel 1900 il maestro Leopoldo Mugnone, avuto il parere favorevole di Verdi, che soggiornava a Sant' Agata, dette l'incarico all'organaro Filippo Tronci da Pistoia di restaurarlo, cosa che questi fece gratuitamente. Il 21 ottobre ci fu l'inaugurazione con un concerto di Enrico Barsanti, organista della chiesa dei Cavalieri di Pisa.
Nel 1924 fu restaurato da Giuseppe Rotelli da Cremona e nel 1964 dalla ditta Tamburini e inaugurato l'11 ottobre dello stesso anno con un concerto di Giuseppe Zanaboni .
Dal 1870 l'organista fu un sarto, Evaristo Negroni, e dal 1912 al 1962 Luigi Demaldé.
Nel luglio 2000 è iniziato il restauro completo, effettuato dalla ditta Giani Casa d'Organi di Corte de' Frati (Cremona) con la supervisione di Oscar Mischiati. E' stato inaugurato il 29 settembre 2001 con un concerto e con un solenne Pontificale. La monografia "Organo di Giuseppe Verdi" (a cura di Oscar Mischiati) pubblicata per l'occasione, è disponibile presso la Parrocchia di S. Michele Arcangelo in Roncole Verdi (PR).
Inoltre, nel n. 38 del periodico "Arte Organaria ed Organistica" (Edizioni Carrara, luglio/agosto 2001) compare la scheda dell'organo unitamente a diverse notizie verdiane intorno allo strumento.
Riportiamo di seguito la dettagliata scheda descrittiva a cura del maestro organaro restauratore Daniele Giani:
Scheda descrittiva dell'organo "Bossi" di Roncole Verdi
Collocato "in cornu Evangelii" in cantoria in presbiterio, entro vano ricavato nella muratura; cantoria in legno con parapetto mistilineo, con cinque specchiature (tre centrali e due laterali separate da parasta leggermente aggettante) contornate da una "greca", quella centrale decorata con una cetra a cinque corde affiancata alla base da trifogli d'alloro; fondi colorati di azzurro/verde, cornici dorate.
Prospetto ligneo leggermente aggettante dalla muratura, delimitato ai lati da paraste corniciate in aggetto sul cornicione rettilineo di coronamento e sulla trabeazione di base; arco ribassato per il vano delle canne; stessi colori della cantoria.
Lo strumento è disassato rispetto alla cantoria verso destra in modo da includere in quest'ultima la porta d'accesso posta a sinistra.
Facciata di 25 canne, dal Fa1, disposte ad unica cuspide, con labbro superiore a "mitria" sormontata da croce formata con punti a sbalzo e bocche allineate.
Tastiera di 50 tasti (Do1 - Fa5) con prima ottava corta, diatonici ricoperti di bosso (con frontalini torniti "a chiocciola") e cromatici di ebano decorati con stelletta in ottone.
Pedaliera "a leggio" di 13 tasti (Do1 - Mi2) con prima ottava corta + tasto per accessorio.
Registri azionati da manette spostabili e fissabili ad incastro, disposte su due colonne a destra; cartellini manoscritti originali:
colonna interna:
Flutta traversiera (8' soprani)
Voce umana
Flauto in duodecima
Cornetta prima (soprani, in XII e XV)
Cornetta seconda (soprani, il XVII, ritornella a Do5)
Fagotto (8' bassi)
Obboe 8' (soprani, ad anima da Do#5)
Timballi (al pedale, in Do/Sol, Re/La)
Campana Chinese
colonna esterna:
Contrabassi (16' al pedale)
Principale bassi (8')
Principale soprani (8')
Ottava
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Trigesimaterza
Trigesimasesta
Sesquialtera (in XXIV)
Cartellino alla base tra le due colonne di manette: Tamburo nell'ultimo / pedale / col quale suona anche / la campana chinese
Divisione tra bassi e soprani ai tasti Si2 / Do3
Accessori: Tiratutti del ripieno, Combinazione libera preparabile "alla lombarda", Tamburo (= tasto Fa2 della pedaliera)
Per ulteriori dettagli si rimanda alla monografia (disponibile presso la parrocchia di Roncole Verdi-PR):
Organo di Giuseppe Verdi - Il restauro dello strmento di Francesco Bossi (1797) nell'Anno Centenario Verdiano 2001
Notizie sugli organi esistenti a Busseto (PR)
"Nell'insigne Collegiata di S. Bartolomeo" il 7 novembre 1639 esisteva già un organo, in quanto fu "riconfermato il detto organista alla chiesa Collegiata con li soliti capitoli et in ampla forma". La Gazzetta di Parma del 4 luglio 1840 dedicò un supplemento all'organo nuovo costruito da Carlo Serassi e fornito di 44 registri e dei più moderni accorgimenti.
Nel 1930, utilizzando parte del materiale serassiano, Pacifico Inzoli ne costruì uno nuovo, che fu posto nell'abside.
Nel 1979 è stato restaurato e ampliato dalla ditta Tamburini e collocato nella cappella laterale al presbiterio nella navata sinistra.
Nell'attiguo Oratorio della Santissima Trinità (ove Giuseppe Verdi sposò Margherita Barezzi) vi è un organo positivo di autore ignoto della seconda metà del XVIII secolo proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Busseto, dove era collocato in cantoria in cornu epistolae. Nel 1980 è stato restaurato dalla ditta Tamburini.
Nella chiesa della Santissima Annunziata esiste un piccolo organo del 1781, intatto, opera del lodigiano Giovanni Battista Chiesa.
Nella parrocchiale di San Rocco di Busseto vi è un organo di Pietro Cavalletti del 1791. Restaurato e accresciuto dalla ditta Aletti di Monza nel 1882, fu restaurato da Cavalli nel 1891. Alla metà di questo secolo è stato spostato da Armando Pasta.
Nel monastero di Santa Maria degli Angeli vi è un organo di Enrico Vegezzi Bossi di Torino del 1908, sul quale negli anni Venti è intervenuto Giuseppe Rotelli da Cremona.