PROLUSIONE
DEL NUOVO PRESIDENTE AIOC
GIANCARLO PARODI
Ho accettato l'incarico di presiedere la "Associazione Italiana Organisti
di Chiesa" perché mi reputo, innanzitutto, un organista a servizio
della liturgia della Chiesa.
Ho anche accettato nella speranza di raccogliere il più vasto consenso
tra gli organisti italiani d'ogni ordine e grado, ma soprattutto tra gli organisti
diplomati, fra i quali, forse - mi duole pensarlo regna il maggior scetticismo
verso il ruolo che può svolgere questa Associazione nei confronti della
Chiesa Cattolica Italiana e del mondo organistico in Italia.
Desidero che chi si riconosce nella "Associazione Italiana Organisti di
Chiesa" sappia di servire, con i propri talenti, la liturgia della Chiesa
nella quale egli si trova ad operare.
Quindi l'AIOC sarà fatta di persone consapevolmente propositive, non
di persone che creano inutili provocazioni o che innescano conflitti, ovvero
"non contra, sed supra" (San Tommaso d'Aquino): noi dobbiamo essere
contro nessuno, ma sopra tutti e accanto a ciascuno, dobbiamo essere un'associazione
che propone, non che oppone.
Perciò, nella nostra Associazione non sono graditi toni gratuitamente
polemici, non vogliamo che sia un amplificatore di dissidi e di gelosie: chiunque
si mette "contro" - contro un collega, contro il parroco, contro la
C.E.I. - da sè si mette "fuori" dall'AIOC!
La "Associazione Italiana Organisti di Chiesa" non deve creare una
ideologia alternativa a certe "mode" o "partiti" liturgico-musicali,
deve essere una forza moderata che, in piena comunione con il Magistero della
Chiesa, si inserisca naturalmente nel tessuto ecclesiale, in modo da raggiungere
senza forzature al pieno riconoscimento giuridico-canonico: in medio stat AIOC!
La "Associazione Italiana Organisti di Chiesa" non è, e non
può essere, un sindacato, semplicemente perché fare l'organista
a servizio della liturgia non è, ancora, una professione giuridicamente
riconosciuta: pur essendo legittima questa aspirazione, bisogna puntare anzitutto
sul pieno riconoscimento ecclesiale del "ministero del canto e della musica"
quale premessa irrinunciabile, che vada di pari passo con la cura del patrimonio
organario, per un vero miglioramento della qualità della musica e del
canto nei sacri riti.
Per concludere desidero fare mie, e invito a meditare, le parole del cardinale
Joseph Ratzinger:
« Senza fede non c'è arte adeguata alla liturgia. [...] L'arte
non può essere prodotta, così come si commissionano e si producono
delle apparecchiature tecniche. Essa è sempre un dono. L'ispirazione
non la si può decidere, la si deve ricevere - gratuitamente. Il rinnovamento
dell'arte nella fede non sarà conseguito né con il denaro né
con le commissioni. Esso presuppone, più di ogni altra cosa, il dono
di una nuova visione. Per questo tutti noi dovremmo essere preoccupati di giungere
nuovamente a una fede capace di vedere. Dove questo avviene, anche l'arte trova
la sua giusta espressione. » [da "Introduzione allo spirito della
liturgia", Ed. San Paolo, 2001, pag. 130]
Quale che sia la Vostra opinione in merito, mi aspetto di riceverla quanto prima
perché la riterrò comunque preziosa in vista del miglior proseguimento
della "Associazione Italiana Organisti di Chiesa".
Cordialmente Vostro
Giancarlo Parodi
Cardano al Campo (VA), 28 luglio 2007
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