Il Papa al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma

"Musica sacra: forma di bellezza che invita a pregare"

 

(G. Ber.) "La musica e il canto non sono un puro decoro o un ornamento sovrapposto all'azione liturgica. Costituiscono, al contrario, una realtà unitaria con la celebrazione, consentendo l'approfondimento e l'interiorizzazione dei divini misteri". Lo ha detto ieri Giovanni Paolo II ricevendo in udienza nella Sala Clementina, in Vaticano, i docenti e gli alunni del Pontificio Istituto di Musica Sacra, in occasione del novantesimo anniversario di fondazione. Un'occasione per ripercorrere la lunga storia di questa realtà accademica, voluta da san Pio X. Ma anche per riaffermare l'importanza di questa dimensione del celebrare cristiano. Ai presenti Giovanni Paolo II ha ricordato le parole della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, secondo cui la musica sacra "costituisce un tesoro di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell'arte, specialmente pe ril fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte integrante e necessaria della liturgia solenne".

E' soprattutto la capacità della musica di esprimere la gioia del celebrare, che il Papa sottolinea. "La letizia cristiana, che il canto manifesta - ha spiegato al Pontificio Istituto di Musica Sacra -, deve scandire tutti i giorni della settimana e risuonare con forza la domenica, 'giorno del Signore', connotato da un precipuo carattere gioioso". Di qui la missione specifica di chi compie questo ministero. "Il criterio che deve ispirare ogni composizione ed esecuzione di canti e di musica sacra - ha continuato Giovanni Paolo II - è quello di una bellezza che inviti alla preghiera. Quando il canto e la musica sono segni della presenza e dell'azione dello Spirito Santo, favoriscono, in un certo modo, la comunione con la Trinità. La liturgia diventa allora 'opus Trinitatis' ".

E' la sintesi tra unione con Dio e capacità artistica, dunque, il fine ultimo dell'attività formativa di una realtà come il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Un compito da leggere all'interno di quel grande primato dell'annuncio, che Giovanni Paolo II non si stanca di ribadire. "Siamo entrati in un nuovo millennio - ha concluso ieri - e la Chiesa è tutta impegnata nell'opera della nuova evangelizzazione. A voi è domandato di valorizzare al meglio le vostri doti artistiche, conservando e promuovendo lo studio e la pratica della musica e del canto in quegli ambiti e con quegli strumenti che il Concilio Vaticano II ha indicato come privilegiati: il canto gragoriano, la polifonia sacra e l'organo".

(da un articolo apparso sul quotidiano "Avvenire" il 23 gennaio 2001)