Siamo al girotondo degli organisti
Hanno buoni motivi per inscenarlo attorno al nuovo Auditorium
di Roma.
Contro chi ha cestinato il progetto di un indispensabile strumento a canne.
Nella megastruttura di Renzo Piano non mancano però docce, bar, ristoranti,
pedane rock e quant'altro. E Luciano Berio che fa?
E bravo il Nanni Moretti che inventa il girotondo come protesta politica: un
sollazzo condiviso alla svelta dai suoi fan e dalle rosybindi. Il garrulo passatempo
su filastrocche per lo più banali giro giro tondo, casca
il mondo, casca la terra e tutti giù per terra bellamente
bandito dalle scuole materne è dunque assurto a rondò degli sfigati.
Beati loro, che solfeggiano in tal modo rabbie e scontentezze. I garanti della
pubblica sicurezza mica si scompongono. Se tolgono la scorta ahilui
al Prof. Marco Biagi, a maggior ragione si sentono autorizzati a non far uscire
dagli arsenali lacrimogeni e proiettili contro i caroselli di siffatti innocui
buontemponi. Anziché mollare qua e là bombe e gasnervini, i dimostranti
si limitano infatti a lanciare slogan goliardici e a tenersi allegramente per
mano attorno ai palazzi di giustizia, del governo, della Rai: gioco fanciullesco
e cretino quanto vi pare, ma non troppo, tanto che potremmo proporlo adesso
alle centinaia di organisti, ai quali è impedito di esibirsi nel nuovo
Auditorium di Roma.
Cari maestri, perché non provate ad abbandonare per un pomeriggio tastiere
e pedaliere e a saltellare, abbracciati, lungo il perimetro del triplice edificio
firmato da Renzo Piano? Un ritornello consono alla giostra lo suggerisce intanto
il vostro Girolamo Frescobaldi: Capriccio sopra "Or che noi rimena".
Qualcosa otterrete. C'è poco da ridere.
Già tanti anni fa l'Accademia di Santa Cecilia, sull'onda del referendum
che aveva cacciato dall'Italia i Savoia, fece seppellire il re degli strumenti
sotto il palco di Palazzo Pio in via della Conciliazione. E oggi la secolare
istituzione continua a non volerne sapere. Nonostante l'ex presidente Bruno
Cagli avesse pur chiesto a Luigi Ferdinando Tagliavini la progettazione di un
nuovo grande strumento, ecco che l'attuale responsabile Luciano Berio pensa
invece di sostituire l'organo a canne con un coso che la stampa specializzata
definisce "clone elettronico". Gi abbonati, i musicisti e addirittura
Italia Nostra si scandalizzano. Sembra poi che il citato architetto genovese
sia stato costretto a modificare il disegno originale della sala che avrebbe
dovuto ospitare l'organo. Con pesante supplemento di euro. La realtà
è che Berio non è certo uomo da subire strapazzate. Risponde prontamente
che non ci sono i quattrini per la sospirata realizzazione del progetto.
Dando intanto un'occhiata a questa città della musica, inaugurata il
21 aprile scorso da Ciampi e Veltroni, scopriamo che mentre spariscono i finanziamenti
per l'organo, ne affluiscono in abbondanza per ristoranti, bar, giardini, docce,
librerie e lussuosi spazi-mostre nonché di aggregazione per i giovani
del quartiere Flaminio. Alla festa inaugurale il chiassoso e costoso pot-pourri
è estremo: da Rossini al jazz. Si passa dalle Bande della Polizia e dei
Carabinieri all'Orchestra e al Coro di Santa Cecilia, dall'inevitabile Uto Ughi
alla rock-star Patti Smith, dalle sorelle Labeque ai Swingle Singers.
È una kermesse in cui tutti se la spassano, meno gli organisti, che a
Roma continuano ad andare per chiese, almeno sino a quando non moriranno quei
rari vecchi preti che ancora li accolgono e che curano con sorprendente zelo
la manutenzione e il restauro di manuali, mantici, somieri, pistoni e canne.
Stentiamo a capire per quale motivo una fondazione, che gode di ricche sovvenzioni,
campionessa di vigilanza filologica su corni, vielle, cembali, arpe, liuti,
grancasse, mandolini, nacchere, pianoforti e castrati, quando le parli d'organo
faccia orecchi da mercante e strizzi l'occhio al sindaco della Capitale, che
non è tenuto a distinguere un arnese elettronico da un "Callido".
È come se nelle vicende culinarie Vissani concordasse con McDonald's
che un hamburger si può servire con la stessa dignità di uno Chateaubriand
alla griglia. Ma andiamo!
Luigi Fait
[articolo pubblicato su questo sito internet con gentile concessione
di Filippo Michelangeli direttore responsabile della rivista SUONARE NEWS]
Per ulteriori informazioni riguardo il mancato organo per l'Auditorium "Parco della Musica" di Roma, cliccare QUI