L'organista: efficace predicatore (*)

 

Busseto, marzo A.D. 2001

Mai potrà venir meno la missione delle musica al servizio della Liturgia e sempre più dovrà affinarsi la perizia degli organisti come necessari collaboratori dell’azione liturgica.

Al Vecovo e ai presbiteri spetta il compito della presidenza della preghiera, agli altri ministri, ognuno secondo il proprio ruolo, quello di far partecipare e coinvolgere tutti i presenti nell'accogliere il dono divino della Parola e del Pane di vita.

In modo particolare tocca agli organisti far vibrare gli animi con la musica ben eseguita, sia nell’accompagnamento del canto che nei momenti nei quali sono i soli ad intervenire con l'organo ad introdurre, commentare e concludere i diversi momenti liturgici.

E così essi invitano alla preghiera, prolungano la meditazione della Parola, e inducono al comune sentire nello Spirito di Amore del Cristo risorto.

Non era questa l’arte di Bach?

Ogni anno la rassegna diocesana si propone di presentare anche nuove composizioni riguardanti la celebrazione della Pasqua. Sarebbe interessante poi verificarne il gradimento da parte degli ascoltatori, per conoscerne il parere circa l’effettivo aiuto che esecutori e compositori hanno dato alla celebrazione della festa primordiale.

La nostra piccola Diocesi, che ha raggiunto i quattrocento anni di vita, è stata benedetta da Dio perchè vi è nato e vissuto Giuseppe Verdi, del quale stiamo ricordando il centenario della morte.

In alcune delle sue 27 opere egli fece ricorso all‚organo a canne quando la scena era ambientata in qualche chiesa. In esse si coglie il vecchio ed esperto mestiere dell‚organista di chiesa più che del virtuoso concertista. Musiche organistiche semplici. Tra tutte basterebbe ricordare il breve preludio d‚organo alla scena della vestizione di Leonora nella Forza del Destino, quando di notte i Frati vanno in chiesa a cantare il Mattutino che comincia con l’Invitatorio „Venite adoremus et procidamus ante Dominum qui fecit nos”.

Ma proprio nella Rassegna del 2001 non sarà possibile ascoltare l'organo della chiesa di Roncole (Bossi, 1797; n.d.r.), l’organo di Verdi, perchè a tutt’oggi non ne è terminato il restauro.

Mi auguro che gli organisti che si esibiranno sugli ORGANI STORICI delle chiese della diocesi, per il repertorio che proporranno, sappiano suscitare le profonde emozioni delle recenti esecuzioni dei Pezzi Sacri del nostro cristianamente religioso Verdi (non vagamente o naturalmente religioso), diretti da Romano Gandolfi nella Collegiata di San Bartolomeo di Busseto il 27 gennaio scorso, anniversario della sua morte. Quei Pezzi Sacri, in modo particolare lo Stabat Mater e il Te Deum, assieme alla Messa da Requiem che nel prossimo mese di luglio verrà eseguita nella piazza di Roncole Verdi, sono tutti quanti testi della liturgia cattolica, che il maestro ben conosceva fin dalla sua infanzia e che gli erano dunque familiari. Non se ne adontino dunque quei miscredenti, cioè quei così detti ridicoli laici, che vorrebbero stiracchiare dalla loro parte l’uomo onesto e probo. Il quale, a differenza di loro, sapeva stare a messa nell‚oratorio della sua Villa di S. Agata, in piedi e con il cappello in mano, dove alla domenica si recava un professore del seminario di Fidenza a celebrare il sacro rito. E’ vero che egli se l’era presa con qualche prete, specie di Busseto, fino a passare da anticlericale, ma da questo all‚essere irreligioso e non cristiano di strada ne corre. E, guarda caso, il grand’uomo volle mettere in musica le intramontabili parole delle secolari preghiere della chiesa, oppure i mirabili versi di Dante Alighieri, invece delle trite teorie ateo massoniche di certi evoluti critici conteporanei, che la fan da strobazzanti maestri su quotidiani e settimanali, senza conoscere un’acca della liturgia cattolica. L'ignoranza rivestita di laicità! La musica sacra di Verdi, alla pari se non di più ancora di quella teatrale, appartiene alla più alta compenetrazione tra parola e suono. Modello di ogni musica da chiesa, dove i cristiani si riuniscono per vedere, sentire, parlare al loro Creatore e Padre per mezzo di Gesù Cristo e cantare dal più profondo del cuore. Sensi e spirito ci uniscono a Dio e tra noi. Quegli stessi sensi che Dio ci ha dato al pari dell’anima.

Ecco perchè noi vogliamo una bella musica che ci innalzi.

Altrimenti succede per la musica di chiesa come per le prediche: se la gente s’annoia e pensa ad altro vuol dire che per l’organista, quanto per il predicatore, l’obbiettivo non è stato raggiunto.

don Tarcisio Bolzoni
Presidente della
Commissione per la Musica Sacra
della DIOCESI DI FIDENZA

 

(*) Introduzione alla V edizione della rassegna concertistica della Diocesi di Fidenza PASQUA SUGLI ORGANI STORICI DIOCESANI, pubblicata per cortese concessione dell'autore. Per informazioni sugli organi storici della Diocesi e sulla rassegna concertistica pregasi scrivere al M.° Paolo Bottini, membro della Commissione per la Musica Sacra della Diocesi di Fidenza


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