L’ARTE ORGANICA


DI COSTANZO
 ANTEGNATI,
ORGANISTA DEL DVOMO
 DI BRESCIA.



Dialogo trà Padre, & Figlio, à cui per via d’Auuertimenti insegna il vero
modo di sonar, & registrar l’Organo;
con l’indice de gli Organi
fabricati in casa loro. 


Opera xvj. vtile e necessaria à gli Organisti.


In Brescia, Presso Francesco Tebaldino. 1608

CON LICENZA DE SVPERIORI.




A I BENIGNI LETTORI

Et honorati Organisti.



ECCO il libro, ouero regola tante volte promessoui, il quale io non hauerei hauuto ardire di lasciar vscire in luce, se non fossero statte le persuasioni di molti di voi miei amici, hauendo rispetto à tanti authori Illustri, & Eccellentissimi come gli Signori Hieronimo d’Vrbino già mio honorato Maestro Annibale Padouano, Claudio da Coreggio, Luzasco Luzaschi, Andrea Gabrielli, & Giouanni suo nepote, Francesco Stiuorio, Gioseppe Ascanij, Ottauio Bariola, Germano Palauicino, & tant’altri, & vedendo hora certi modernetti Organisti approbati solo dalla propria loro istimatione, col esser lodati da qualche nobile personaggio, se ben poi non hauessero più che tanto cognitione ò d’intelligenza dell’arte, che non si degnano di questi, anzi li sprezzano, stimando più presto loro le sue fantasie fatte all’improuiso, che quelle di valent’huomini fatte pensatamente, & con grande studio. Questi miei ricercari fatto in questo stile, più tosto posso dire triuiale, per compiacere alli amici, che hanno potuto comandarmi, non li ho fatti per concorrere con altri, ne perche mi sia immaginato di far cose noue, quali non fossero mai state fatte, cosi dico di qualunque altra compositione da me fatta, anzi da ogn’altro fatta voglia che Armonia, ò sorte di cantilena ella si sia, perche sarebbe vanità il credere altramente, sapendo che non è cosa nuoua la Musica, ne lo suonar d’Organo, ne le cantilene di mille foggie, ma è antichissima, come mi obligarei à trouargli, quanto sapessero trouare, ouero immaginarsi cosa nuoua, per strauagante ch’ella si sia. La regola, & auuertimenti, che dò à mio figliuolo stimo bene (con sopportatione di tutti) essere necessaria, poi che qual’è quel valent’huomo che possa hauer pratica, ò cognitione di tanti Organi differenti di ordini, de registri, però questi auertimenti nostri doueranno essere cari ad ogn’vno, perche, per questo non toglio l’honore ad alcuno; Lodo l’opera del Reuerendo P. Diruta nomato il Transiluano, che insegna à portar bene la mano nel suonare; & lodo parimente l’Organo sonarino del Signore Adriano Banchieri ch’insegna à respondere ben al Choro, cose necessarijssime à chi desidera far ben il mestiero, & in somma quelle opre, che ponno portar vtile, & commodo à chi sì diletta di quest’Arte. Però accettate, & pigliate da me il buon animo, che ho di giouarui in quel, che posso, non come Maestro, ma come buon Amico, & Seruitore, facendoui sapere come non faccio professione in questa mia operetta, ò dialogo di dar regole di contraponto, ma alcuni particolari auertimenti, & regole circa il maneggiare d’Organi, perche di quelli precetti à pieno, come si sà, n’hanno trattato il Franchino, Gio: Maria Laffranco, Pietro Pontio, il Zarlino, l’Artusio, & molti altri authori antichi, & Moderni.



INDICE

DELLI ORGANI

FABRICATI IN CASA NOSTRA
Dal tempo ch’io Costanzo Antegnati ne ho hauto
maneggio, & cura.


QVELLI DI BRESCIA.

S. Alessandro.
S. Gosimo.
Giesuatti.
S. Barnaba Corista
S. Dominico.
S. Saluatore.
S. Maddalena, corista.
S. Eufemia refatto gli registri quattro di nouo
Carmini corista.
S. Gioseffo.
S. Croce, corista.
S. Francesco, corista, &c.
S. Pietro Oliuero Corista, &c.
S. Maria de Miracoli
S. Paolo.
S. Catherina.
S. Spirito.
Colleggio della Pace.
S. Maria delli Angeli doi.
Del Reuerendo P. Pietro Lappi Fiorentino Maestro di Capella di Santa Maria delle Gratie.
M. Carlo Battezzi.
D. Polinarda di Santa Giulia.
Reuerendo P. Cesario Gussago Organista di Santa Maria delle Gratie, num.

DEL BRESCIANO.

Pallazzolo.
Coccaglio.
Carpenedulo.
Asola Corista.
Gardone. 
S. Maria Louere.
Ghedi doi.
S. Felice.
S. Francesco di Gargnano.
Reuerendi Padri de Santa Maria de Quinzano.
S. Maria di Ciuedato.
S. Rocco di Passirano.
S. Maria di Bouegno.
S. Maria di Pisogne.
S. Pietro di Castrezago.
S. Maria di Cazzago.
S. Giacomo & Filippo di Gauardo.
S. Lorenzo Manerbio.
S. Stephano di Bedizoli.
S. Maria Elisabet di Bagnolo.
S. Andrea di Maderno.
S. Giorgio di Bagolino.
S. Giouanni di Lonato.
S. Andrea d’Iseo.
S. Giorgio di Dello.
Reuerendi Padri della Misericordia di Ponteuico.
Chiare.
S. Faustino, & del Rosario.
S. Maria Ellisabet.
Calcinato.
La Madonna di Celatica, siue Gussago
Rouato.
Quello di Santa Maria, & quello di Reuerendi Padri della Nontiata.
S. Pietro di Toscolano
S. Bernardino di Salò
S. Maria di Salò.



MANTOVA.

Quello del Duomo.
S. Barbara Chiesa Ducale.
Reuerendi Padri de’ Carmini.

MANTOANO.

La Chiesa Maggiore di Riuarol di fuora.
S. Mauritio di Redondesco.
S. Erasmo di Castel Gioffredo.
S. Thomaso di Acqua Negra.
Reuerendi Padri di S. Nicola di Viadana.

BERGOMO.

S. Spirito.
S. Bernardino.
S. Gottardo.
S. Grata doi.
S. Maria Maggiore doi.
Del Signor Giouanni Cauatio, Maestro di Capella di S. Maria Maggiore.
S. Benedetto doi.
S. Francesco.
S. Chiara doi
Delle Reuerende Monache di Matris Domini.
S. Alessandro in Colona.

BERGAMASCO.

S. Maria Maddalena di Romano.
S. Giouanni di Clusone.
Di Reuerendi Padri di Santa Maria di Almenno.
S. Giouanni di Casnigo.
S. Martino di Adrera.
S. Martino della Piazza, oltra la gocchia.

VALTELLINA.

S. Pietro di Morbegno.
S. Giacomo di Chiero.



COMO.
Il Duomo Corista.
S. Pietro di Belinzona.

CREMA.

Reuerendi Padri di S. Agostino.
Reuerendi Padri di S. Bernardino.
Reuerendi Padri di Santa Caterina.
Duomo Corista.
Reuerende Monache di S. Monica.

MILANO.

Le Reuerende Monache di S. Agostino.
S. Marco.
Le Reuerende Monache del Cerchio.
Le Reuerende Monache della Nontiata, Corista.

MILANESE.

Le Reuerende Monache di Sant’Vittore di Meda doi.
S. Francesco Pozzolo Reuerendi Padri di S. Michele d’Antegnato.
Delle Reuerende Monache di S. Pietro di Triuelio.
La Chiesa Maggiore di Soncino.
S. Paolo delle Reuerende Monache.
Reuerendi Padri di S. Giacomo.
Reuerende Monache di S. Caterina.
S. Geruaso di Trezzo.
S. Ambrosio di Merate.
Le Reuerende Monache di S. Antonino di Varese.

PAVIA.
Le Reuerende Monache di S. Martino.

LODI.

Reuerende Monache di Santa Chiara.
Castione Lodegiano.

PARMA.

Il Duomo.
La Madonna della Steccata.

CREMONA.

S. Agata.
S. Pietro da Pò.
S. Maria del Campo.
S. Saluatore.
Reuerende Monache di S. Giouan Nouo.
Reuerendo Padre Tiburtio Massaino Maestro di Capella di S. Agostino, & hora nel Duomo di Lodi.
S. Agostino.
S. Giorgio.
Reuerende Monache della Nonciata.
Reuerende Monache del Cistello.

 
Reuerendi Padri di S. Luca.
La Madonna di Loreto.

CREMONESE.

S. Giouanni di Nicco
.S. Giorgio di Casal Butano.
S. Andrea di Pescarolo.
S. Siro di Sorosina.
S. Agostino di Sorosina.

VERONA.

Dell’illustre Signor Cauaglier Alfonso Morandi.
Signori Rodolfi.
Duomo.

VERONESE.

S. Lorenzo di Pozzolengo

VICENZA.

Reuerende Monache di S. Maria Noua.

PADOVA.

Reuerende Monache di S. Benedetto.

VENETIA.
S. Maria delle Gratie.

Et perche questi Organi non si possono fare, senza l’aiuto de operarij dell’Arti mecaniche quasi di tutte, & io non intendo mai di vsurpar quel che non è mio, intendendo anco che molti di questi manuali, che m’hanno seruito à cuscire le vachette ò curami de mantici, che dicono esser stati loro delli Organi gli fabricatori; è vero; ma facciano vn poco questo giudicio, se quelli, ch’hanno nostre opere, ne dimandarebbono conto à noi e sodisfattione, ò à manuali; di ciò lascio ad ogn’vno il giudicio. A questo proposito hora mi souuiene vna ridiculosa burla, che fù fatta alla felice memoria di mio Auo, che sonando l’Organo, essendo in quei tempi non solo riputato, ma veramente era valent’huomo, & hora non già mai à bastanza lodato, anzi per le sue qualità, & eccellentia in tal arte, perche era anco per le sue rare qualità fatto degno di titolo di Cauagliere, era nominato il Cauaglier dall’Organo; come parimente è nominato nella Città di Ferrara vno il Cauaglier dal Cornetto, per l’eccellenza sua in tale professione; si che per non tralasciar in silentio quella ridiculosa burla fatta al mio Auo di buona memoria; vn pouero huomo (sonando egli l’Organo) alzaua gli mantici, e mosso da inuidia ò d’ambitione, nel suonar che faceua egli l’Organo; cessò di Alzare gli mantici, & mancogli il fiato, & se gli affacciò ridendogli in faccia, dicendogli, hor suonate, suonate; hor nota se l’ambitione, si caccia per tutte le sorti di gente, & per questo per non esser tassato d’arrogante, & che mi voglia vestire dell’altrui panni, ho detto protestando à quelli ch’hanno appresso di se Organi nostri non permettino, che costoro mettino dentro mano sotto pretesto di volergli acconciare ò fargli qualche seruitio; perche se gli causarà qualche sinistro, non sarà per diffetto certissimamente nostro.




DIALOGO,

PADRE, ET FIGLIO.




P. PEr non passar in quest’estiui caldi il tempo al tutto in otio, è fuggir il sonno tanto nociuo à corpi humani, m’è souuenuto Gio. Francesco figliuolo mio, non sij al tutto fuor di proposito, andiamo trattenendo quest’hore più noiose in qualch’honesti, & virtuosi raggionamenti, intorno all’Arte Organica, arte come tu sai liberale, nobilissima, & antichissima; laquale per esser già tant’anni stata nostra propria professione à me pare (è sia detto senza arroganza, & ambitione alcuna) si possa homai addimandar l’Arte Antegnata.


F. A me carissimo Sig. Padre non poteua in modo alcuno accadere più caro, & desideroso raggionamento di questo: perche sendo io cosi giouane, e non hauendo mai da voi inteso più simili cose dell’antichità di casa nostra, mi pare sij douere, che com’è naturale appetito d’ogni effetto reflettersi alla sua causa, anch’io, come rampello de casa nostra, sapia qualche cosa di lei, acciò, mentre voi andarete ramemorando le virtù, & nobili qualità, de gli Antegnati Padri, & Auoli nostri, come è douere, m’accenda ad imitarle, & le virtù loro mi sijno vn pungente sprono à farmi caminare dietro all’orme, è vestigie loro. Mà di gratia prima che V.S. passi più oltre, mi risolua questo dubbio intorno alla nobiltà, & dignità dell’Arte Organica, laquale da lei tãto vien commendata, come arte liberale, è nondimeno vedo pure, ch’ella vien essercitata da gente molto bassa, & quasi mendica; onde pare più mecanica, che liberale.


P. Non hai figliuolo da guardare à questi tali, che se ben eglino per raggion del fine auuiliscono l’Arte, non è però ch’ella non sij per natura sua veramenmente liberale, e degna d’huomo nobile, che l’esserciti, nõ per guadagnarsi’l pane, mà per suo honorato essercitio, & diletto, come fecero i nostri vecchi.


F. Et hora con grandissimo mio gusto e desiderio starò aspettando, ch’ella ciò, ch’haueua incominciato à dire, vada seguendo.


P. Hai da sapere figliuolo carissimo, che nelli anni del 1486 (che più nelle scritture nostre, non habbiamo memoria più anticha della casa Antegnata d’alcuno ch’attendesse à questa professione) fù vn M. Bartholomeo figliuolo dell’Eccellentissimo M. Giouanni Antegnati Dottore di Collegio di questa Mag. Città, ilquale tanto si compiacque in questa nobilissima, & non mai à pieno lodata arte del suonare, e fabricar Organi, che lasciati tutti gli altri studi adietro, in questa sola s’impiegò, e vi fece profitto tale, che ben si può chiaro comprendere dall’opere, che come si dice lodano il maestro furono fatte e da lui stesso fabricate, ne principali luoghi d’Italia, oue fino à tempi nostri se ne serba ancora memoria e nel Duomo di Como, ch’al presente si suona, & ho trouato nelle scritture nostre, ch’egli fece quelli del Duomo di Milano, di Cremona, Mantoua, Bergomo, Brescia, doue sino dalli anni sudetti fù anco Organista, auanti vi fosse M. Gio. Fiamengo, à cui successe puoi M. Vincenzo Parabosco Piacentino, e dietro à lui il Sig. Claudio Merullo da Coreggio huomo tanto famoso, puoi M. Florentio Maschera alieuo di lui, e mio precessore, da cui si può dire ch’egli hereditasse insieme con l’arte la dolcezza del suonare, huomini tutti, come sa il mondo Eccellentissimi, e che nella professione hebbero puochi pari.


F. Veramente Sig. padre alla memoria di quest’huomini di tanto valore, mi sento grandemente infiammare, se bene non mi da’l cuore di puotergli agguagliare; e mi sarebbe oltre modo caro, che v’ingegnasti di ridur à qualche buon metodo, e regola, gli auuertimenti, & ricordi, che à voi paiono più necessarij per essercitar l’arte Organica, con quel decoro, che conuiene alla sua nobiltade.


P. Anzi figliuolo questo è stato il mio principal intento, & motiuo, che m’ha spinto à questa impresa ad imitatione delli arricordi morali, non solo di Monsignor Sabba Cauaglier tanto degno à suo nepote; Ma dell’Illustrissimo Sig. Conte Nestor Martinengo à suoi figliuoli degni veramente d’eterna memoria Stampati da Lodouico Britanico in Brescia; però lasciando hora da parte per breuità ogn’altra cosa pertinente alla nobiltà, & antichità, ouero origine dell’arte Organica, laquale nacque, come accenna la scrittura sacra, quasi assieme col mondo; come ne fù authore TVBAL nipote del primo huomo: Pater canentium cithara, & Organo, ilquale co’ suoi compagni Fabri, al suono de martelli battuti sù l’incudine à tempo, & à misura, cagionando per la varietà de martelli diuersi suoni, hor graui, hor acuti, cauò vna certa similitudine d’vna proportionata musica, e consonanza, che poi à poc’à poco temperata con varie canne, ò di legno, ò di stagno, ò pur d’altro metallo, di temp’in tempo dal imperfetto, al perfetto, è andata crescendo allo stato che hora si vede, con tanta maestà, & grandezza, che veramente si può dire, che frà tanti stromenti ritrouati dall’ingegno humano, ella tenghi è porti il principato; non solo per la struttura, e magnificenza esterna dell’opra, di cui nõ si può vedere cosa più maestosa, & conforme alla grandezza del luoco à cui serue, ma molto più per il fine, al quale l’Organo è fabricato, che è di lodare, e magnificare il grande Iddio, e non per adoprarlo in altri vsi profani.

1 Auertimento. Sarà dunque figliuolo mio il primo auiso, & auuertimento l’arricordarsi, che gl’Organi sono fatti per seruir nella Chiesa, che è casa di Dio, doue con particolar modo, è presente; e per ciò sù l’Organo si deue stare con quella compositione di costumi santi, che conuengono al luogho santo. Perche 
2 dice la scrittura; Domum Dei decet sanctitudo, & oltre à ciò sbandirne ogni 
3 strepito, ò rumore, che possa impedire gli vfficij diuini; à quelli si deue star 
4 con l’orecchie attente, non solo per il culto di Dio, ma per poter sonando lo Organo rispondere à tempo, & à proposito: perche l’Organista è à guisa di Chierico, che risponde al Sacerdote celebrante, e per ciò deue vsar diligenza, 
5 come s’è detto di risponder à proposito, imitando il canto fermo, ò figurato, 
6 come si ricerca à giudicioso, e perito Organista, cercando di non esser, ne troppo longo, ne troppo breue, ma per quel tempo che solo conuiene alle risposte delle parole, ò versi longhi, ò breui: come Kyrie, ò versetti del Cantico Gloria in excelsis; ò Credo (benche in puochi luoghi si suona) ò altri Hinni Magnificat, & simili &c.
7 Sono ancora alcuni degni di riprensione, che ogni tratto si mettono fuor di proposito à cicalare, e toccar l’Organo, come s’hauessero nelle dita ij grilli, non senza grande disturbo de Cantori del Choro.
8 Et altri che quando muouono i registri dell’Organo, lo fanno con tanto strepito che sembrano le Calcole de tessitori.
9 Altri parimente per farsi conoscere che sono gli Organisti, s’affacciano volontieri à lasciarsi vedere al pogietto dell’Organo, cosa indecente, e che non sta bene per quel fine, ne per altro ma deue star coperto.


F. Se bene questi tutti sono buoni auuertimenti per vn Galateo Organico, tutta via so che à V.S. non mancano altri, più immediatamente spettanti all’arte de quali desidero esserne auezzato.


P. E vero: ma come disse Monsignore in altro proposito: Haec oportet facere, et illa non committere. Tu hai à sapere che per la varia dispositione de gli Organi, sarà sempre buon auiso ad ogni Organista, per valent’huomo ch’egli si sia,

10 che non si sdegni auanti si metta à suonare, di riconoscere come si dice il paese, & hauere cognitione delle qualità dell’Organo, & de suoi registri; acciò non troui qualche intoppo, che li dia noia, e disgusto, e per far proua s’egli sia di facile, ò dura tastatura, non resti intricato: Che non tutti gli

11 Organi hanno le tastature cosi buone, e facili come quelli delli Organi nostri Antegnati, ouero per gli registri, che sono in alcuni luoghi differenti, ò voltati al contrario, non essendo cosi ben messi à segno, & in ordinanza come conuerebbe, ouero quando sono spezzati per commodità di far certi concerti de registri solo, e non parlo de concerti de voci ò d’altri stromenti, ma de registri d’Organi; che puoi in altro luogo più à basso parleremo de concerti, &c.




Regola dell’accordar gli Organi, che serue anco per accordar i Cauacembali,

Arpicordi, Manacordi, & simili di tastadura.



AVertendo prima, che si accorda solo tre sorte di consonanze, cioè ottaue, quinte, & terze, maggiori, & per proua si può anco tastare le quarte.


Le ottaue vanno accordate si fattamente, che de due corde, che sono l’vna bassa, & l’altra alta, bisogna che paiono vna sola.


Le quinte bisogna, che alquanto siano scarse, che à pena se ne possa accorgere, & per dir più chiaro non bisogna tirarle tutto quello si potrebbe à perficerle, ne far che l’orecchia sia del tutto contenta, il medesimo si fa toccando le quarte.


Le terze maggiori si tirano à tutta quella perfettione, che si può. Poi bisogna stabilire la cordatura, come si vuole Corista di tutto ponto, ò di mezzo, ò alta, ò bassa come si vuole, & è commoda.


Dando principio alle corde di F. faut sù la prima ottaua, cominciando doue è la chiaue. Accordata che sia questa si lascia il tasto del soprano, puoi si mette la terza di sopra, che è Alamire, puoi si leua il tasto della terza, tenendo fermo il basso, & si mette la quinta di sopra che è c sol faut, & accordata questa nel modo come di sopra, si lascia il basso, & si mette giù il basso ottaua di sotto, ch’è l’altro C faut, puoi si lascia il soprano, & si mette la terza di sopra ch’è Elami, puoi si leua la terza di sopra, & si mette la quinta di sopra, ch’è G sol reut, puoi si leua il basso, & si mette l’ottaua di sopra G sol reut, puoi si leua il soprano, & si mette la terza di sopra, ch’è B fa B mi, puoi si lascia, ò si leua via il soprano, & si mette la quinta di sopra, ch’è D la sol Re, puoi si lascia il Basso, & si mette la ottaua di sotto, ch’è D sol Re, puoi si lascia il soprano, & si mette la terza di sopra, sul tasto nero, puoi si lascia esso tasto nero, & si mette la quinta di sopra, ch’è Ala mi Re, il qual tasto è già stato accordato prima per terza di F. faut, qual douerebbe di raggione esser accordato anco in quinta col predetto D sol Re, puoi si lascia il basso, & si accorda l’ottaua di sopra, che è Alamire, puoi si leua il soprano, & si mette la terza di sopra sul tasto nero di C sol faut che viene ad essere terza maggiore, puoi si leua il soprano, & si mette la quinta di sopra ch’è Elami, puoi si lascia il Basso, & si mette l’ottaua di sotto, puoi si lascia il soprano, & si mette la terza di sopra sul tasto nero di G, sol reut terza maggiore, puoi si lascia il soprano, & si mette la quinta di sopra ch’è B, fa B mi, qual deue esser accordata essendo già stata accordata in terza col G, sol reut, puoi si lascia il Basso, & si accorda l’ottaua di sopra, lasciando puoi il soprano, sì torna alla medesima terza di sotto, ch’è il G, sol reut, qual si tien saldo per accordargli sotto la sua terza maggiore, che sul tasto nero si troua di Elami, puoi si lascia il soprano, & si accorda l’ottaua di sopra, ch’è l’altro tasto nero, puoi si lascia il soprano & si aggionge la quinta di sopra, ch’è il tasto nero di B fa, B mi, B molle, & qui finisce la participatione di tutto l’instromento, che andando giù nei bassi à ottaua, per ottaua, cominciando sul tasto nero, che è di C sol faut, qual è stato accordato in terza maggiore, con Alamire, così à puoco, à puoco si discende nei bassi sin al primo tasto, puoi si piglia, & da principio per andar nei soprani sul tasto nero, di F. faut, qual è già statto accordato con D, sol re, terza maggiore, & si va accordando à ottaua, per ottaua sin all’vltimo tasto.





MODO DI REGISTRAR LI ORGANI

cioè di componere li registri.



PRrima si deue auertire, come ho già detto, di riconoscere la qualità dell’Organo. Però ne proponerò alquanti, & prima il nostro del Duomo qual è, di dodeci registri, qui sotto nominati.

Prima il principale tutto intiero.

Secondo, Principale spezzato cioè diuiso in due parti, qual si suona cominciando nei soprani, venendo in giù verso i bassi sino, al D e sol Re secondo, che li, cominciano à suonarsi li bassi con il pedale è non con la tastadura come fanno li sudetti soprani.

Terzo, l’ottaua.

Quarto, la quintadecima.

Quinto, la decima nona.

Sesto, la vigesima seconda.

Settimo, la vigesima sesta.

Ottauo, la vigesima nona.

Nono, la trigesima terza.

Decimo, vn’altra vigesima seconda per concertar con l’ottaua, & Flauto in ottaua, & decima nona che fa effetto di cornetti.

Vndecimo, Flauto in quinta decima.

Duodecimo, Flauto in ottaua.


PRIMO MODO.




SI deue ordinariamente suonar à tutte le intonationi, ò Introiti, ò principij che vogliamo dire, il ripieno qual è come quì sotto, aprendo li registri ciouè.

Principale primo,

Lasciando il secondo, & mettendo

L’ottaua,

Quinta decima,

Decima nona,

Vigesima seconda,

Vigesima sesta,

Vigesima nona,

Trigesima terza,

Lasciando li altri registri serati.


F. Et perche non si mettono gl’altri insieme, che sono pure accordati tutti vnisoni in ottaua, & quintadecima, & vigesima seconda.


P. Se bene sono accordati si lasciano fuori perche il ripieno riesce più viuace, & spiritoso, & più gentile armonia si sente.


F. Quando si ha adoprar dunque questi registri.


P. Questi registri sono per concertar, & far diuerse sorti d’armonie, come ti farò sentire.


F. Seguitate di gratia, ho già veduto, & sentito il repieno, gli altri modi come si deuono comporre insieme.


P. L’altro secondo modo piglierai il Principale, Ottaua, scaualcando li altri sin, alla vigesima nona & trigesima terza. Et flauto in ottaua, che questi cinque registri formano quasi vn mezzo ripieno.

L’altro terzo modo, pigliando medesimamente, Il principale, Ottaua, & Flauto in ottaua,

Il quarto modo, il principale, & Flauto in ottaua.

Il quinto modo, l’ottaua decima nona. Vigesima seconda per concerto, & flauto in ottaua, & questi quattro registri fanno, & simigliano à concerto di cornetti.

Il sesto modo l’ottaua, & flauto in ottaua, & questi due riescono mirabilmente per diminuire, & suonar Canzoni alla francese.

Il settimo modo, gl’istessi dua registri con il tremolante, ma senza diminuire.


F. Ho pur io sentito suonare da valent’huomini delle Canzoni diminuite; anco con il tremolante.


P. Mi perdonaranno bene anco se dirò, che non l’intendono, & non sta bene, perche rende confusione, & è segno, che non hanno gusto di quello che fanno.

L’ottauo modo, si può suonar il principale solo che è delicatissimo, il qual io son solito suonare alla leuatione della Messa.

Il nono modo, anco tutti doi li registri delli principali vnissono.

Il decimo modo, il flauto in ottaua solo.

L’Vndecimo modo, il medesimo flauto, con il principale diuiso, ciouè bassi con il pedale, & soprani di detto principale, suonando nei soprani, che fa vna sorte d’armonia accompagnata di doi registri, che rettirandosi poi nei bassi, si sente il flauto solo che viene à rispondere all’vnissono con i soprani, & cosi si viene à far vn dialogo con l’aiutto di contrabassi del pedale &c.

Il duodecimo modo, vi è anco il flauto in quintadecima che si suona, con il principale che si richiede à suonarlo diminuito, & si può anco aggiongere l’ottaua che fa benissimo effetto.


F. Non si potrebbe in altri modi registrare, & far altra sorte de concerti.


P. Sì, ma à me pare d’hauerli accomodati, & composti in tanti diuersi modi, che basti, che suonando, & mutando di volta, in volta non si viene à noia, che si suol dire, che per variar, il mondo è bello, & si dice ancora, che nõ vi è si bella cosa che continuandola nõ venghi à fastidio, però laudo il mutar registro da vna volta, all’altra, & anco nel suonar, cambiar stile suonando hor graue con legature, hor presto, hor con diminutioni, imitando sempre che si può la Musica, ò Canto fermo rispondendo sempre in tuono, che questo è l’obligo principale dell’Organista.


F. Io creddo d’hauer inteso sin’hora, ma mi dicesti già che sono tante diuersità di Organi, & ordini di registri.


P. Lo torno à dire, & per chiarirti poi che ho messo l’ordinanza, & qualità del Duomo dirò di quelli di Santo Faustino, & delle gratie di questa Città per essere fatti dalla medesima mano c’ha fatto quello del Duomo i registri di quali sono noue ciouè.

1 Principale.

2 Ottaua.

3 Quintadecima.

4 Decimanona.

5 Vigesimaseconda.

6 Vigesima sexta.

7 Vigesima nona.

8 Flauto in quintadecima.

9 Flauto in ottaua.



MODO DI REGISTRAR LI ORGANI.





PRIMA si deue suonar à tutte le intonationi il ripieno, ciouè,

Principale, Ottaua, Quintadecima, Decima nona, Vigesima seconda, Vigesima sesta.

Così nel finire al Deo gratias con toccate, & con il pedale.


ALTRO MODO.





PRincipale, Ottaua, Vigesima seconda, Vigesima sesta, & Flauto in ottaua,

Questo è quasi vn mezo ripieno.


ALTRO MODO.





PRincipale, Ottaua, & Flauto in ottaua.


ALTRO MODO.





Principale, & Flauto in ottaua,

Per far d’ogni cosa, & per concertar motetti; Principale solo quando si vol cantar motetti con poche voci, & anco suonando delicatamente, si può anco con il tremolante, ma adaggio, & senza diminuire. 
Et puoi che habbiamo detto del tremolante si può suonare con l’ottaua, & Flauto in ottaua, ouero anco con il Flauto solo in ottaua, ma come ho detto adaggio senza diminuire. 
Cosi si deue suonare il fiffaro col principale solo, con mouimenti tardi, & legati. 
Et per il contrario quando si vol suonar il flauto in duodecima, qual và suonato in compagnia del Principale, si suona diminuito, & in fretta come canzoni alla francese, quali Canzoni Stanno bene, & fanno buona riuscita con l’ottaua, & Flauto in ottaua, ma senza tremolante. 
Li registri che si possono sonar soli, sono il principale in tutti li sorti d’Organi, & anco il Flauto solo, ma nelli Organi grossi come di dodeci piedi, si può suonar l’ottaua, che fa effetto di principale di Organo mezzano. 
Et chi suona hor vn registro, nel modo come di sopra, hor vn’altro si viene à variar, & non venir à noia, & finiti ritornar al principio.


F. Dunque questi sono simili di registri.


P. Sì, ma io ho trasportato il Flauto, che hera in quinta decima à quello delle gratie, & aggiontogli alcuni bassi per farlo in duodecima.


F. Et di questi che ordine si ha da tenere à registrarli.


P. Il medesimo ordine che ho detto à far il repieno cominciando dal Principale, Ottaua, Decimaquinta, Decima nona, Vigesima seconda, Vigesima sesta, Vigesima nona,

Quali sono in ordinanza come quì sono scritti, poi li doi registri di Flauti si adoprano come ho già detto, ma il Flauto in duodecima non si suona senza il principale.


F. Ben questi sono facili da intendere & ben regolati.


P. Non ti pare ben regolato quello che vltimamente habbiamo fatto alle Reuerende Madre di S. Grata di Bergomo, per le quali son obligato à scriuergli la presente regola per essermi richiesta da esse, & anco dal Reuerendo D. Giouanni Organista del Duomo & suo Maestro.


F. E il douere.


P. Sta dunque in questo modo.

1 Principale,

2 Ottaua,

3 Decima quinta,

4 Decima nona,

5 Vigesima seconda,

6 Vigesima sesta,

7 Flauto in duodecima,

8 Flauto in ottaua,

9 Fiffaro il qual da molti vien nominato registro de voci humane, che per dir il vero, per la sua dolce armonia cosi si può dimandare, il qual registro bisogna suonarlo in compagnia del principale solo ne bisogna metterui altro seco perche parerebbe ogni cosa scordato, & si deue suonar adaggio con mouimenti tardi, & legato più che si può. il ripieno, adunque come ho detto si deue suonare à tutti li Introiti ò principij, cosi nel finire come al Deo gratias, l’altro modo che pare vn mezzo ripieno sarà così,

Principale, Ottaua, Vigesima seconda, Vigesima sesta, & Flauto in ottava,


VN’ALTRO MODO,

Principale, Ottaua, e Flauto in ottaua,

Altro modo,

Principale, & Flauto in ottaua,

Altro modo,

Principale, ottaua, & Flauto in duodecima,

Che è bonissimo per suonar ogni sorte di cose, massime Canzoni alla francese, & cose diminuite, & cosi riescono bene anco con li registri.

Ottaua, & Flauto in ottaua.


F. Ben anco questo è intelligibile & facile, & ne sono fatti molti in questo modo, ma ditene di quelli strauaganti.


P. Strauagante è quello dei Carmini di questa Città che li registri stanno in questo modo,

Principale, Ottaua, Flauto in ottaua, Vigesima nona, & Vigesima sesta, Tutti dua insieme ciouè vn solo registro li apre tutti dua poi Vigesima seconda, Decima nona, Quinta decima.


F. Di modo che vn Organista rimanerà intricato.


P. Et per questo ti ho detto che bisogna riconoscere il paese.

Vi è anco quello di S. Marco in Milano rimodernato da me come tu sai con li registri spezzati cosi ciouè,

Principale Bassi, Soprani, Ottaua bassi, Soprani, Quinta decima, Decima nona, Vigesima seconda, Vigesima sesta, Vigesima nona, Flauto in duodecima, Flauto in ottaua, Bassi, Soprani, Fiffaro, Principale grosso Soprani li Contrabassi grossi si suona con il pedale.


F. Paiono questi almeno quatordeci registri, & perche farlo in questo modo.


P. Lo fece così richiesto da quei Reuerendi Padri anco del suo Organista il Signor Ruggier Troffei, & il Signor Ottauio Bariola, & perche.


P. Per far dialoghi perche questi registri sono diuisi à mezza la tastadura.


F. Vi è pur ancora l’Organo di Santo Gioseppe di questa Città che ha il registro principale spezzato, che vn giorno fui à ponto per toccarlo, & gustarlo, & restai confuso perche, tirando il primo registro pensandomi di aprirlo tutto intiero, & volendolo io suonare, non suonauano, ne rispondeuano se non quattordeci, ò quindeci canne nei bassi, si che m’accorsi puoi della diuisione, & misi dentro il seguente registro, si che lo trouai doppo tutto intiero.


P. Et perciò ti ho detto fin al principio che sono necessarij gli miei auuertimenti, & nessuno della professione, sia chi si voglia, gli deue sprezzare altrimenti incorreranno in mille errori. Di più ti dicco che vi è quello della Madonna de’ Miracoli di questa Città il cui ordine di registri sta così.

Principale,

Fiffaro,

Ottaua,

Quinta decima,

Decima nona,

Vigesima seconda,

Vigesima sesta,

Flauto in duodecima, & Flauto in ottaua, nel qual ordine ogn’vno si può ingannare, essendo il registro del fiffaro appresso tal’hora al principale nel luoco doue douerebbe essere l’ottaua, il qual discorda grandemente con li altri, perche non si deue accompagnare con altri che con il principale. Perciò


Essendo che quest’Arte come già dissi da principio serue principalmente per seruitio di Dio. Però ringratiamo sua Diuina Maestà del dono che ci hà fatto di puoterlo seruire in questa professione & arte, & di condurre al fine da noi desiderato il presente dialogo, & operetta nostra, non tanto per vtile humano da noi instituita quanto per gloria diuina, alla quale sijno indrizzate tutte le nostre attioni, & opere si come da lui deriuano in noi tutte le sorti de’ beni & gratie. 


IL FINE.




Partecipa al nuovo forum in rete
Organi & Organisti
il forum di riferimento per gli organisti e gli appassionati d'organo italiani